Tripponi spaziali metallici. In italiano!
2011
E ora qualcosa di completamente diverso da SfigatIndie!
Però, fatemi prima togliere alcuni sassolini dalle scarpe che sennò non riesco a camminare oltre.
Dei Progenie Terrestre Pura si può dire molto, tranne che abbiano fatto granché per allontanarsi dalla spirale dei clichés metallosi. Anzi ci si son tuffati quasi con tutte le scarpe. A cominciare dal nome pomposo, passando per il logo che vorrebbe sembrare accattivante ma è solo un attaccapanni, per finire con dei testi tanto evocativi quanto involontariamente demenziali (possibile che nel Metal non si riesca ad essere un po' misurati? Più narrativi e meno pseudopoetici? Boh). Ecco un esempio:
"Allevano crisalidi, capsule di vita
immortali ma immobili.
Crescono codici, respirano in serie
il tempo si ferma.
Anime si slegano dai freddi corpi
loro cercano di tenerle salde
evitare la ruggine dei chiodi del tempo
crisalidi di vita!"
"Allevano crisalidi, capsule di vita
immortali ma immobili.
Crescono codici, respirano in serie
il tempo si ferma.
Anime si slegano dai freddi corpi
loro cercano di tenerle salde
evitare la ruggine dei chiodi del tempo
crisalidi di vita!"
Detto questo sappiate però che si tratta di meri vizi di forma, perché la sostanza c'è e spinge duro. A cominciare dai suddetti testi che sono in italiano (miracolo!) sebbene non si sentano troppo bene perché rantolati/sussurrati/salmodiati sotto densi muri chitarrosi-catarrosi. Due soli brani da 10 minuti ciascuno di atmospheric black metal (sul myspace c'è scritto anche ambient e IDM... mah) che nella loro lunghezza non annoiano mai, nonostante una cosa come "atmospheric black metal" rompa le palle già dal nome. Infatti sarebbe più consono chiamarlo "space black metal": la prima traccia omonima da inizialmente l'impressione di vagare nello spazio profondo e sconosciuto, con le sue chitarre shoegazzanti e le tastiere che generano impulsi alieni, per poi sbucare nel bel mezzo d'una tempesta di meteoriti, quando la batteria comincia a macinare mentre la voce gutturale del cantante sembra sempre di più una sorta di vento astrale mefitico. La seconda traccia è più lineare e pistonante (con due o tre riffoni niente male) ma la si ascolta lo stesso con sommo gusto.
Un bel debutto, insomma. La progenie terrestre pura promette bene e porta finalmente un po' di freschezza nella quasi monolitica scena metal (perlomeno non c'è Satana o Barbapapà in ballo) e non ha nulla da invidiare alle varie produzioni estere grazie ai suoi suoni intergalattici molto curati. Staremo a vedere. Col telescopio.
Proverò ad ascoltarli.
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