Mestizia-core
2012
Quello scarabocchio in copertina: incertezza. Indeterminatezza, assenza di risposte, confusione, mistero...
“Ormai”, parola che più di tutte è il suono della rassegnazione, è il seguito di “Sfortuna” (2009). Ormai, infatti, avrete capito che con questi l'allegria non è di casa.
Devo dire che non mi sono mancati i Fine Before You Came con il loro emo da paese reale, la loro desolazione senza catarsi, la loro intima adolescenza da trentenne disperato che vive ancora con la mamma.
Mi piacevano, tanto, poi ho smesso. Anche loro si sono dovuti svagare un po' con la loro (fantastica) versione presa a bene, Verme. Un disco del genere poteva uscire solo d'inverno. Manco a dirlo calza a pennello con la crisi – lacrime e sangue.
E ancora titoli enigmatici, e ancora ritornelli grattagola, e ancora lacrime a niagara e una nuova canzone da pubblicare sul social network quando viene settembre. E mo' anche basta però.
Onestamente “Ormai” è un disco brutto che suona da dio. Un disco deprimente come un bambino coi ginocchi sbucciati che piange solitario sotto la pioggia e grida “mamma, dove sei?”. Un disco mortifero, una musica di merda che è la cosa più bella del mondo quando si è tristi. Con quel mondo di spingerci con veemenza, con fare paterno, ancora di più verso il fondo. Brutto, davvero.
Lo odio.
Ma siccome che mi ricordo ancora, siccome che non dimentico mica com'è sentirsi in un certo modo, com'è sentirsi soli in compagnia dei fantasmi che ti escono dalla bocca nel freddo di gennaio.
Siccome tutto ciò, lo condivido per chi ne avrà bisogno.
Piangete, merdine. Fino a farvi venire il mal di pancia.
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