Nello spazio nessuno può sentirti piagnucolare
2010
Quando ci si sente soli è sempre la stessa storia.
Non importa se si è su un autobus durante l'ora di punta, in motorino sulla tangenzialeo a lezione all'università. Quando ci si sente soli è un po' come trovarsi su una navicella spaziale, alla deriva nello spazio profondo, che ha perso le coordinate: lontani anni luce da qualsiasi persona che possa aiutarci o semplicemente farci compagnia. Perché in realtà chi ci sta attorno non si trova mai nelle nostre condizioni, non può capirci.
Fortuna che la scienza musicale nel 2010 ha elaborato un medicinale altamente lenitivo che si assume per via auricolare chiamato I quartieri.
La one-man band di Fabio Grande canta di questa solitudine interstellare con voce carezzevole, chitarra reverberata e tanti effetti sonori siderali attorno come se stesse veramente fluttuando con rassegnazione nel buio dell'abbandono alla ricerca di un lumicino di empatia. E inevitabilmente quando ascolterete queste tenere poesie su basi soft-space-post-rock radioheadiane vi sentirete sicuramente un po' meno desolati.
Inoltre questo disco non ha controindicazioni: lo potete ascoltare anche quando siete felici senza deprimervi perché, si sa, la felicità non esisterebbe senza l'infelicità dunque queste melodie agrodolci vi faranno apprezzare ancora di più quello che avete e la moltitudine di stelle nel cielo che, viste così tutte assieme, non sembrano più tanto sole*.
"Satelliti noi non saremo mai
ma nebulose scintillanti
prima orbitammo insieme lentamente e poi
scoprimmo d'essere distanti
in due universi diversi
due universi diversi"
*: no pun intended
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