Funk che più bianco non si può
2012
Ehi tu, ficone zazzerone inglese che rispondi al nome di Adam Bainbridge, scendi subito da quella copertina!
Come mai non sei su un cartellone pubblicitario di Calvin Klein? Quello è il posto che ti appartiene: devi fare il modello non puoi rubare il lavoro ai musicisti alternativi che nascondono dietro barbe folte i loro brutti lineamenti compensando anche, dall'altro lato della faccia, la loro calvizie incipiente.
Uno come te non può mettersi di punto in bianco a portare la fichezza estetica nell'indie: non vale. Che poi rovini il giocattolo a tutti se il tuo disco non è solo fatto per mostrare una foto degna di Cosmopolitan ma è anche una ficata assoluta rovinando così l'antinomia 'apparenza ≠ qualità'.
Sì, gente, ho trovato finalmente il primo disco del 2012 che mi ha fatto cadere dal letto: che è il luogo dove generalmente ascolto la musica e dove è particolarmente ideale ascoltare proprio questo disco notturno. Da soli o in compagnia (ammicc'ammicco).
Kindness prende la musica pop nera degli anni '80 - funk, R&B, smooth-jazz, house, disco, soul - e la canta come se fosse una roba da bianchi. Che detta così non sembrerebbe una buona idea ma fidatevi che suona tutto magnificamente anche se in modo diverso da come ci si è abituati: semplicemente l'originale bruciante passione black è stata rimpiazzata da un piglio più flemmatico (senza scadere nella noia della chillwave) e misterioso.
C'è un qualcosa di chimico e artificiale in esso ma che è a suo modo affascinante: è come se Kindness prendesse il calore sessuale di, chessò, un George Benson e lo raffreddasse fino a renderlo semi-freddo. Come un Gran Soleil, diciamo: un prodotto che - Clerici a parte - trovo molto intrigante.
Ok, magari non riesco a spiegarmi bene ma provate ad ascoltare il seducente R&B, tutto basso (elettronico) slappato, di "Anyone Can Fall In Love" (cover della pessima sigla di Eastenders) oppure la magnifica "Swinging Party", cover dai Replacements che mi ricorda non poco "Love Is In The Air" di John Paul Young (una canzone che nessuno plagia mai abbastanza) o ancora il fenomenale mish-mash electro-funk alla Prince in "That's Alright" e poi ditemi se non ne vorrete di più di questo chimicume suadente.
Kindness resuscita con gentilezza, spogliandolo un po' dell'originale edonismo plasticoso, un tempo in cui l'amore si poteva descrivere in modo estremamente sessy e romantico allo stesso tempo.
Un disco arrapante come quelli di 30 anni fa ma 30 anni più tardi: ciò è molto 2012.
E ci piace.
P.S.: cioè a me me piace, poi fate voi.
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