Vecchi punk krukki
2008
Oggi ho visto uno di quei nuovi spot della Mercedes, quelli col tipo che paragona il guidare una macchina da 30mila e passa euri a un ritorno alla natura, e mi è preso un odio generalizzato per tutti i tedeschi. Poi mi sono ricordato dei Die Toten Hosen e mi sono un po' calmato.
Die Toten Hosen significa letteralmente "I Pantaloni Morti" ed è lo stupido nome che si è dato una band punk di Düsseldorf che dal 1982 a oggi ha pubblicato una caterva di dischi, alcuni anche molto belli e non tutti prettamente punk duri e puri (diciamo più "Clashani"). In Italia sono perlopiù sconosciuti a parte per una cover perculatoria di "Azzurro" fatta in occasione dei Mondiali di Calcio del '90. Inoltre il cantante ha uno stupido nome d'arte, Campino, e nel 2008 si è riciclato come attore per Palermo Shooting di Wim Wenders.
Io li ho conosciuti tramite questo loro ultimo disco perché sapevo avrebbero suonato allo Sziget Festival 2009 dove ero in procinto di andare. Il concerto fu carino. Il disco, invece, è forse il classico "ultimo-disco-di-una-band-pluriventennale-di-cui-nessuno-sentiva-veramente-il-bisogno" eppure non è davvero niente male. Non è un capolavoro, non è originale ed è tutto latrato in tedesco eppure fila via che è un piacere fra pezzi grintosi un po' Stoogesgianti, un po' Vascorosseggianti e ballate romantiche e teatrali come"Auflösen".
Un bel dischetto che vi farà pogare bellamente (da soli, ovvio, dato che lo conoscerete solo voi) mentre vi esalterete inventandovi le parole di una lingua austeramente ruvida e poco musicale.
Una lingua severa che ha saputo generare perle come:
Bitte Keine Gegenstaende Aus Dem Fenster Werfen
Compralo subito o downloadalo prima
P.S.: il pezzo che segue è un palese plagio di "My Sharona" dei Knack e di "On A Rope" dei Rocket From The Crypt ma ha comunque una grinta catarrosa che gli anglofoni si sognano.
P.S.: il pezzo che segue è un palese plagio di "My Sharona" dei Knack e di "On A Rope" dei Rocket From The Crypt ma ha comunque una grinta catarrosa che gli anglofoni si sognano.
Li conosco.E' un'occasione per conoscerli meglio.
RispondiElimina