Ai ai! Saudade, não venha me matar!
1972
Il miglior album brasiliano secondo la rivista Rolling Stone (edizione brasiliana, ovviamente). Non sono abbastanza informato per contraddirlo e sicuramente non ne vale nemmeno la pena in quanto questo è un disco favoloso di canzoni acustiche per chitarra e percussioni, con qualche chitarra elettrica ogni tanto a dare un tocco di energia. Non ho mai sentito sei corde suonare in modo così limpido: una limpidezza che solo da un paese pieno di colori come il Brasile poteva arrivare tanto che persino le canzoni più saudadose riescono a rallegrare. E le voci, ah le voci, una femminile e una maschile: scivolose, liquide e fresche. Tutte le volte che le ascolto la mia testa evoca tutti gli stereotipi possibili: gli edifici colorati di Bahia, le maracas (che son pure originarie dell'america centrale), il carnevale, i cappelli di frutta di Carmen Miranda, i bambini che giocano con una palla fatta di stracci e i tramonti sulle spiagge bianchissime.
Per sentire il sole del sudamerica sulla pelle per 40 minuti senza doversi fare 10 ore di volo.
P.S.: questa è la copertina dell'edizione originale del disco che però non ne rende bene la luminosità
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