sabato 3 settembre 2011

AA.VV. - "Tropicália: ou Panis et Circencis"


1968

"Eu organizo o movimento
Eu oriento o carnaval
Eu inauguro o monumento
No planalto central do país"
[Caetano Veloso - Tropicália]

In quasi tutti i negozi di dischi, da Feltrinelli ai banchetti dei mercatini, c’è sempre una nicchietta composta da una ventina di cd (o 33 giri) segnati su un cartone marroncacca come "BRASILIANA"; se mai vi capiterà di buttarci un occhio c’è la possibilità che tra i vari "Super lambada per negroni", "Brigitte Bardò Bardò", "Sambe & Banane" troviate anche "Tropicália: ou Panis et Circencis", un disco collettivo di artisti brasiliani di musica nota ai pochi come “tropicalista”. E che cazz’è? Ora vi dico, spè.
L’anno è il 1968 e il Brasile era oppresso da una dittatura militare di cui so poco e niente e, come la Rivoluzione Francese ci ha insegnato, la testa venne sollevata principalmente dal ceto intellettuale, nel nostro caso coloro che vengono ritenuti i fondatori del tropicalismo sono i due cantanti Caetano Veloso (il nome del movimento nasce da una sua canzone che se alzaste per un attimo gli occhietti del vostro pene vedreste all’inizio di questo post) e Gilberto Gil. Nei pochi anni di vita il movimento venne poi espresso da tanti altri musicisti e artisti di vario genere (cinema, letteratura, filosofia…).
Mettendo da parte le varie critiche sull’utilità storica che poi ebbe la tropicália, se Caetano e Gilberto sono i fondatori di questo movimento, "Tropicália: ou Panis et Circencis" è sicuramente il suo manifesto, che non si esprime solo attraverso il suono, ma anche grazie alla storica e potentissima copertina che raffigura tutti i realizzatori dell’opera in posa. Nonostante la ricercatezza della foto, fu in realtà scattata in fretta e in furia, tanto che due artisti che non erano lì in quel momento furono sostituiti da delle foto incorniciate:
-il prima fila, vestito di verde, Gilberto Gil tiene in mano una foto di Capinam, poeta & compositore.
-in seconda fila da sinistra: Rogério Duprat, compositore, tiene in mano il vaso da notte di una sua zia (giuro) a mò di tazza per il caffè, al suo lato Gal Costa, cantante, e Torquato Neto, paroliere.
-in terza fila da sinistra: Os Mutantes, i più giovani del gruppo (20, 21 e 17 anni), ovvero Arnaldo Dias Baptista, Rita Lee e Sérgio Dias Baptista; in mezzo a loro ecco quel gran fico di Caetano Veloso che tiene in mano una foto di Nara Leão, cantante già affermata da anni nella bossa nova; infine a destra Tom Zé, cantante (ma in questo caso solo compositore), tiene in mano una valigia.
Per retro della copertina Veloso e Gil si impegnarono di scrivere una specie di finta sceneggiatura con le intenzioni del movimento e cose varie in portoghese che non capisco.
Si però, che cazzo è la tropicália? Le opinioni sono varie così come i modi in cui si espresse nei pochi anni della sua vita. In generale si può dire che veniva accolto, mescolato, remiscelato tutto ciò che il panorama musicale offriva: il rock americano (il rock di quel paese che appoggiò la dittatura, e questa cosa fa ancora incazzare molti), la bossa nova, la samba, il folk, la musica elettronica, la musica africana e così via, tutto ficcato in un grande calderone insieme a poesia, filosofia, riferimenti alla cultura global (Batman, Frank Sinatra) e spirito sessantottino a bomba. Attenzione però, la tropicália non è solo un potpourri di altre espressioni artistiche, ma bensì qualcosa di totalmente unico nel suo genere e probabilmente la più alta e importante espressione della MPB, Música Popular Brasileira.
Finì che Veloso e Gil furono prima incarcerati e poi costretti all’esilio in Inghilterra, cosa che ovviamente non fece altro che aumentare la popolarità della loro musica all’estero (se devi levare dalle palle qualcuno e lo spedisci nell’Inghilterra negli anni '70, mi dispiace figlio mio, ma sei proprio un coglione). La tropicália però, senza i suoi due più importanti esponenti in Brasile e per la durissima repressione politica, non ebbe più modo di esprimersi. Addio, tropicália: l’unica cosa negativa che posso pensare su di te è che piacevi una sfracchia pure a Kurt Cobain, per il resto sei stata perfetta così com’eri. Bat Macumba ye-ye.

"Porque é made, made, made, made in Brazil."


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