sabato 29 ottobre 2011

Cryptopsy - "None So Vile"

Introduzione Sfigata alla Musica Tritaossa (vol.2)

1996

Sarebbe impensabile voler scoprire le gioie ma soprattutto i dolori (acufenici) della musica estrema ignorando il genere metal più pesante, devastante e faticoso da digerire: parlo del famigerato brutal death metal. Ed eccovelo qua in tutto il suo raccapriccio, servito su un piatto d'argento come la testa del battista Giovanni offerta da Erodiade (qui ritratta in copertina nel dettaglio di un dipinto di Elisabetta Sirani).
Se volete scommette sulla vostra sanità mentale e capire quanto volete spingervi a fondo dovete necessariamente passare per questo "capolavoro" dei canadesi Cryptopsy. Se il doom metal fa paura per la densità lavica del suo suono, il thrash metal spaventa per la velocità ipertecnica della chitarra e il death metal disgusta per la grassezza suina del suo cantato growl, "None So Vile" fonde tutti questi elementi e rincara la dose in un clangore sferragliante, vomitevole, gelido e confusionale. Ascoltando questi 30 minuti scarsi di puro delirio freddamente preparato avrete la sensazione che qualcuno vi stia azzannando la faccia ma non sentirete alcun dolore, sarete distanti, già morti dentro, alienati dalla sua psichedelia infernale. È un disco che metterà a dura prova la resistenza dell'ascoltatore più scafato e che di certo farà esplodere in un lago di sangue e cervella la testa del neofita. Vi consiglio di non sopravalutarvi e di attaccare dei giornali alle pareti, così per sicurezza.
Ma non pensate che sia un brutto disco, anzi: una volta entrati nel meccanismo ultraviolento che propone comincerete ad apprezzare la rapidità assassina dei suoi riff, il drumming incastrato in modalità "blast-beat perenne", i brani che si interrompono di colpo, gli intermezzi pianistici per riprendere fiato e la produzione decentemente equilibrata  (il basso, si sente il basso!). Nota finale sulla voce: un profondo grugnito biliare che a volte sa strapparsi in qualche bell'urlaccio spastico. Ovviamente i testi non si riconoscono manco lontanamente, nemmeno tenendo le trascrizioni sott'occhio.
Per farla breve: se volete cominciare una luminosa carriera che vi porterà nei migliori manicomi criminali pre-legge Basaglia questo è il banco di prova.


2 commenti:

  1. La copertina è stupenda, proverò ad ascoltare :).

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  2. Ormai rodato da molti anni di ascolti estremi, questo disco lo trovo addirittura quasi facile. Piuttosto mi mette a dura prova (nell'accezione positiva del termine) sentirmi un disco intero dei Celeste o, in misura minore, dei Converge. :D

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