venerdì 25 novembre 2011

Sparks - "Indiscreet"


1975

Ho appuntamento con una mia amica tra due ore e ho deciso di aspettarla nella Micra blu di mia madre, parcheggiata davanti alla facoltà di lettere e filosofia di Roma Tre; questa strana situazione mi fa riflettere: perché penso sempre al blog di Francesco quando mi trovo in situazioni poco amene? Ah boh, passiamo al nitty-gritty del discorso.
Ho sempre avuto una predisposizione per la musica frocia e quindi la scoperta degli Sparks nell’estate 2010 è stata per me una vera e propria esperienza mistica.
Gli Sparks nascono all’inizio degli anni ’70 come band, velocemente però questa si trasforma in un duo formato da due fratelli: Russell Mael, voce, e una delle persone alla quale stringerei la mano più volentieri (se solo non avessi paura che mi attacchi l’omosessualità…), ovvero Ron Mael, tastiere e la maggior parte dei testi, una sorta di Gomez della famiglia Addams misto a Hitler misto ad un molestatore di galline. Californiani, sono uno dei pochi esempi di glam rock americano, fenomeno prettamente londinese*, tanto da essere spesso additati come ricopioni, brutte parodie dei Roxy Music eccetera eccetera; è in realtà un discorso molto banalizzante dato che gli Sparks regalarono all’industria musicale di quegli anni qualcosa che non si vedeva più da diverso tempo (vedere i Kinks essì essì sono monotematica): temi inusuali per testi di canzoni (tipo gli ananas), satira, cinismo, ironia…ma dagli anni ’60 ad allora la società era anche molto cambiata ed era adesso possibile scrivere anche una canzone chiamata "tette".

"For months, for years,
tits were once a source of fun and games at home
and now she says, tits are only there to feed our little Joe
so that he'll grow
(…)
They all taste good after three or four
so drink Harry, drink Harry, drink 'til you can't drink no more
of anything, no more of anything"

Uno stile musicale a cavallo tra il synth-poppone e l’hard rock glitterato, dando una strizzatona d’occhio al cabaret brechtiano, come si può anche notare nelle performance live teatrali, studiate, quasi sceme.
Di similissima beltà consiglio caldamente anche "Kimono My House" (che anzi credo sia il migliore fra tutti) e "Propaganda", con la sua bella copertina del cazzo.
Poi non lo so, se conoscete qualcosa di ancora più checcoso mandatemi pure una mail.

* i New York Dolls sono tutto un altro paio di maniche e bisognerebbe parlare per ore di tutti i maledettissimi (leggi: galvanizzantissimi) generi proto-punk. Lou Reed solista invece nasce come pupillo di David Bowie, quindi in un certo senso filo-britannico BLA BLA BLA!


P.S.: Nel 2009 sempre gli Sparks hanno pubblicato una rock opera molto fica sul regista svedese Ingmar Bergman, se a qualcuno possa mai interessare.

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