Ritmo nel rosso sangue
1979
Gli inglesi Gang of Four prendono il nome dalla famigerata "Banda dei quattro", gruppo sovversivo capeggiato dalla vedova di Mao Tze Tung che cospirava per un colpo di stato contro lo stesso Partito Comunista Cinese dopo la morte di Mao, avvenuta nel 1976. Questo per farvi capire la portata provocatoria di questa band fondamentale per il post-punk che, non a caso, venne più volte bandita dalle radio ma che riuscì anche ad ottenere un contratto con la EMI senza snaturare il loro messaggio rivoluzionario. Mentre in Italia i "marxisti" rapivano la gente, si facevano crescere le barbe e scrivevano pallose canzoni per chitarra e flauto di pan da cantare rigorosamente con l'erre moscia, in Inghilterra prendevano la "rivolta bianca" del punk e ci aggiungevano ritmo e funk nero, come una pantera.
Innumerevoli gruppi come Red Hot Chili Peppers, The Rapture e per persino i Franz Ferdinand o svariate band new-rave non esisterebbero senza il basso martellante di Dave Allen che scopa con la batteria secca di Hugo Burnham nel mentre Andy Gill accoltella la chitarra con plettrate ritmiche e quasi amelodiche e Jon King ci singhiozza sopra testi anticapitalisti e antisessisti.
Era il 1979 e tutto sembrava possibile: anche che la retorica socialista potesse portare la gente a muovere le chiappe in pista, senza per questo fargli spegnere il cervello.
Capolavoro? Potete dirlo forte, compagni.
Capolavoro!Il suono grezzo della chitarra, il cantato di Jon King e i testi mai banali.
RispondiEliminaSecondo me più che altro è pioneristico più per il basso che altro, ma certo quella fantastica chitarra che sembra una smerigliatrice ti entra proprio dentro... da dietro.
RispondiElimina